Con Nerone (54-68 d.C.), cominciò una serie di persecuzioni nei confronti dei cristiani, alternate a periodi di tolleranza e di pace.
L’ostilità nei confronti dei cristiani derivò probabilmente dal loro disinteresse per la vita civile e politica, che erano centrali, invece, per i cittadini romani.
Con l’espandersi del cristianesimo nel bacino del Mediterraneo si intensificarono i contatti con il mondo romano. A Roma il cristianesimo si proponeva come una religione rivolta a tutti gli uomini considerati, indipendentemente dalle origini, come figli di Dio. Tuttavia, i cristiani non tentarono mai di contrastare l’autorità civile.
Il missionario più celebre della Chiesa cristiana primitiva è Saulo, uno dei responsabili della persecuzione di Stefano, il primo martire della storia della Chiesa.
Saulo nacque intorno al 4 d.C. da una famiglia benestante di Tarso, città di cultura greca, ma appartenente all’Impero romano: egli era dunque cittadino romano. Noi lo conosciamo con il nome latino di Paolo.
I martiri che affrontarono il martirio testimoniarono una profonda coerenza di vita. Persino tra i pagani, l’esempio dei martiri suscitava stupore e ammirazione.
Il martirio era vissuto come un conformarsi al modello di Cristo, che faceva superare la prova del dolore e della morte.